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20 Novembre 2023

123. Lunedì 20 Novembre 2023
53. 1Co. Prima Lettera ai Corinzi (6).
Cap. 12-13: Corpo e Carità

 

Riflessione sul sito

 

Con i capitoli 12 e 13 della prima lettera ai Corinzi indubbiamente Paolo tocca dei vertici assoluti sia della fede che del mondo umano in generale. Come sempre egli parte da uno dei tanti quesiti che la comunità di Corinto ha inviato al suo Apostolo fondatore, detenuto a Efeso. La comunità è ricca di doni speciali dello Spirito Santo. Quasi ogni persona è dotata di qualcosa in particolare: capacità di parlare lingue strane, capacità di guidare la comunità, di insegnare, di servire, ecc.. Tutto questo viene chiamato l’insieme dei “carismi”, (da Kàris, grazia), doni gratuiti del Padre e del Figlio tramite la vitalità dello Spirito Santo, che è Spirito e soffio vitale del Cristo, che è insieme Testa unica, il Signore Gesù, e Corpo immenso, l’insieme dei credenti in lui.

Ecco, da questa visione dei tanti carismi dai quali è popolata e vivificata la comunità cristiana, Paolo, secondo il suo solito, sale in alto, molto in alto con due capitoli straordinari di valore assoluto, direi da conoscere a memoria e ripetere spesso.

Nel capitolo 12 da questa molteplicità di doni dello Spirito Paolo arriva all’unità del Corpo di Cristo, che è la sua Chiesa. Proprio perché animato e vivificato da un solo Spirito, questo corpo non può che essere uno solo, e di esso noi siamo le tante membra che lo compongono, la fanno vivere, lo servono, servendosi e amandosi a vicenda: “voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra” (1Co 12,27). E meravigliosamente queste membra, ognuno col suo dono (carisma) hanno posizioni, modalità di relazione e di servizio diverse le une dalle altre. Uno solo è il Corpo, come uno solo è Cristo, testa vivente di questo Corpo, come uno solo è il Padre da cui discende ogni dono, e uno solo è lo Spirito che anima e dà vita sia alle membra che a tutto il corpo.

Dunque la nostra vocazione in Cristo è quella di appartenerci, essere uniti, amarci..

E qui sgorga naturalmente il capitolo 13: se uno solo è il Corpo di Cristo e uno solo è l’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito, tra loro e verso di noi, non può essere che una sola la virtù di amare, senza la quale nulla, assolutamente nulla ha valore. E’ questo il contenuto del cosiddetto “inno alla carità” che è nel capitolo 13 della prima lettera ai Corinzi.

Sappiamo bene che in greco ci sono tre parole per esprimere l’amore: l’eros (l’amore umano, carnale, fisico e sentimentale, relazione fra persone, dono reciproco) e poi la “filìa” l’amore di amicizia, che tesse relazioni di affetto durature, spontanee e disinteressate, di vera amicizia, e infine l'”agàpe” (in latino charitas) che è l’amore totale, gratuito e disinteressato di cui sono prototipi credibili Dio da una parte e ogni madre dell’altra. L’amore che dona senza chiedere nulla in cambio è l’amore di Dio in Gesù, è lo Spirito d’amore che pervade, anima, muove e fa vivere il Corpo del Signore e le sue membra. Un amore assoluto che non avrà mai fine..