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10 Giugno 2024
141. Lunedì 10 Giugno 2024
65. Eb – Lettera agli Ebrei (2)
Dopo aver fatto, la volta scorsa, una introduzione generale alla omelia (chiamata “lettera”) di Apollo agli Ebrei, lunedì abbiamo presentato i primi 6 capitoli. Tutto questo testo, lo abbiamo già detto, è centrato su Gesù Cristo, Figlio di Dio e Figlio dell’uomo, erede naturale del mondo biblico precedente, nuovo, eterno, vivente, efficace Sacerdote della Nuova Alleanza nel suo sangue. Prima di parlare di questa nuova e definitiva “centralità sacrificale”, il testo inizia affermando la supremazia assoluta di Gesù su Angeli e uomini in quanto Figlio di Dio, inviato dal Padre nel mondo. Quindi Mosè, i profeti, i sacerdoti, il tempio e anche Angeli e demoni, tutto è al di sotto di lui, sottomesso a lui, unico, vero e definitivo Mediatore tra il Padre e gli uomini nello Spirito eterno di santità.
I capitoli che abbiamo presentato hanno anche qualcosa che ci riguarda molto da vicino e che fanno del cammino di fede una continua e profonda “mistagogia” (iniziazione adulta ai misteri della fede). E tutto tramite la Parola di Dio, definita in 4,12 “spada a doppio taglio”, cioè rivelazione di Dio a noi e di noi a noi stessi. La Parola accolta, creduta, onorata e praticata ogni giorno è il vero strumento dell’esistenza. Perché noi cristiani non siamo più semplici persone umane, a livello di tutti gli altri, ma, rigenerati dallo Spirito (come dice anche 1Pt 1), noi possiamo e dobbiamo camminare a un livello superiore a quello della comune umanità, in un onore e una dignità che non hanno confini.
E allora, prima di trattare il tema principale, Apollo si “allarga” soprattutto tra i capitoli 5 e 6 a parlare di una condizione di mente, di cuore e di vita che la comunità cristiana ormai deve abbracciare ogni giorno con tutta se stessa. E per questo l’oratore è piuttosto preoccupato, perché sembra che troppi membri delle comunità credenti, sono ancora a livello di bambini spirituali, bisognosi di “latte” e incapaci di nutrirsi del “pane solido” è il Verbo di Dio, Gesù, vero Dio e vero uomo, in una solidarietà e una partecipazione veramente decisivi per l’oggi e per il futuro del mondo.
Apollo si fa forte del fatto che tra noi è successo qualcosa di veramente grande, inimmaginabile, l’incarnazione del Figlio di Dio, e la nostra chiamata a vivere inseriti in lui, cominciando con la fede e una carità operosa.
Il suo ragionamento è semplice, ma anche terribile: se la gente dell’Antico Testamento erano rimproverati e anche uccisi da Dio per la disobbedienza ad un ministero ancora basato sulla lettera della legge, sui sacrifici degli animali, su un tempio di muratura, quanto più grande sarà la collera e il castigo del Signore per chi, unitosi a Cristo nella novità di vita superiore, che cammina verso la vita eterna, poi si volta indietro, poi ritorna nel peccato. Addirittura per quanto li riguarda costoro tentano di crocifiggere di nuovo Gesù. E questo, lo sappiamo, non è possibile, perché egli ha offerto se stesso un volta per tutte e ora è alla destra del Padre, dove ci attende e intercede per noi..
Dunque questi sei capitoli iniziali sono tutta una esortazione basata sull’ascolto della Parola, sui versetti del salmo 94(95), il salmo invitatorio: “se ascoltaste oggi la sua voce!”. Perché Dio ha fissato un nuovo “oggi” per il suo popolo, un oggi di ascolto, obbedienza e pace (Eb 4,3-11). E’ tempo di ascolto vero, di nutrimento forte, di essere veramente illuminati (Eb 6,4ss).
E questo invito è quanto di più forte vale anche per noi, che spesso per secoli, e anche oggi, abbiamo di nuovo scambiato il dialogo e l’offerta vivente della nostra vita vissuta nello Spirito, al Padre per mezzo del Figlio, con una prassi spesso stanca, spesso infedele, di un po’ di riti che poco differiscono da quelli dell’antica Alleanza!
Leggiamoli, questi capitoli, meditiamoli, facciamoli nostri!