PRIMO CIARLANTINI (Chi sono)

Tra le molte definizioni che potrei dare di me stesso, amo forse più di tutte quella con cui amavano definirsi gli umanisti: “Nihil humani a me alienum puto”, che si potrebbe tradurre così: “Nessuna dimensione dell’esperienza umana la considero a me estranea”. Amo interessarmi di tutto, fare di tutto, condividere tutto il possibile. Amo soprattutto e prima di tutto Gesù Cristo e il suo Padre, chiedendo allo Spirito Santo l’amore che solo lui sa dare. Amo vivere nella Chiesa locale e cercare di mettere in pratica il vangelo “sine glossa” (senza commenti riduttivi) come amava dire Francesco d’Assisi, una persona che amo moltissimo insieme a san Paolo e ad Agostino, e a tanti altri…

Sono nato a Sarnano, provincia di Macerata, il giorno di grazia 1 Gennaio 1950

Per questo mi hanno messo nome Primo. Mio padre disse nel dialetto della Bassa Marca (mi raccontava): “Che jornu è ogghi? Lu primu dell’anno. Je mittimo nome Primo!”. Ero anche il primo figlio, anche se babbo Antonio aveva 60 anni e mamma Filomena 40.

Dal paese, quando nel 1955 mio padre è andato in pensione, ci siamo trasferiti nella contrada di Vecciola (di mezzo) a due km da Sarnano, nella casa che era stata dei miei nonni materni.

Da lì nel 1960, a 10 anni, sono andato seminarista agostiniano a Cartoceto (Pesaro), Cartoceto di Fano (e non di Pergola). Là ho fatto la scuola media.

Quindi, il 5 ottobre 1963, insieme al mio unico compagno sopravvissuto, Mentore Ferretti, di Bologna, ci hanno trasferiti a Tolentino, nel convento di san Nicola, per fare il Ginnasio (classico, ovviamente).

Il 21 settembre 1965, diamo inizio all’anno di Noviziato nell’Ordine di sant’Agostino, trasferiti a san Gimignano, in Toscana, la città delle torri. Mentore mi lascia quasi subito e rimango l’unico novizio della “Provincia Picena” per le classi 1948, 1949 e 1950 (gli altri se ne erano andati tutti a casa…)

Il 26 settembre 1966 ho fatto la Professione Semplice e sono diventato frate agostiniano in prova per alcuni anni, fino al 1973 quando, emessi i “Voti Solenni” divenni frate per sempre (o almeno così credevo e volevo in quel momento).

Dall’ottobre 1966 al giugno 1968 ho frequentato le prime due classi del Liceo classico a Viterbo, nel convento della santissima Trinità, sempre degli agostiniani. Fu l’ultimo periodo di un liceo classico interno all’Ordine in Italia.

Dopo le solite vacanze tra Tolentino e Cartoceto, la nuova esperienza, ultimo anno di Liceo Classico e primo anno di Conservatorio, a Bologna. Al mattino salivo al colle del Seminario Regionale di Bologna, fuori porta Castiglione, e alla sera, via in bicicletta, al Conservatorio “G.B. Martini” in centro a Bologna. Alla fine feci insieme l’esame di maturità e l’esame di quinto anno di Pianoforte. Eravamo alloggiati ad un convento che ora non è più dei frati agostiniani: al Farneto di san Lazzaro di Savena.

Seguì un anno di sola musica e solo Conservatorio, nelle mani di Natuscia Calza, la mia venerata maestra di pianoforte, mentre vivevo attaccato alla scuola, nel convento di San Giacomo Maggiore, in via Zamboni, tra piazza Rossini e piazza Verdi. Mentre fuori imperversava la bufera della contestazione studentesca. Fu l’anno 1969-1970, centenario di Beethoven…

Alla fine del 1970 iniziai il corso di teologia che portai avanti per 11 anni in sedi diversissime e con esperienze altrettanto diverse:
dal 1970 al 1972 a Fano, con Peppe, Mario e Bernardino, a san Giuseppe al Porto, frequentando il Seminario Regionale di Fano
dal 1973 al 1975 tra cartoceto e Ancona, ospite dei padri Saveriani nei giorni di scuola e a Cartoceto per i week end. Cominciai a lavorare con i giovani sia a Recanati che a Cartoceto…
1975: ordinato presbitero, il 29 giugno, da mons. Bruno Frattegiani, vescovo di Camerino.
da agosto a novembre 1975 sono stato a Monaco di Baviera: mi ci mandò il Provinciale, padre Ivo Ricotta, a imparare il tedesco, visto che avrei fatto il “successore di padre Trapè” negli studi di sant’Agostino…
dalla fine del 1975 a giugno 1977 eccomi a Roma per la specializzazione in Patristica. vivevo al Collegio internazionale di santa Monica e così conobbi tanta gente a livello internazionale.. Nei week end andavo a “far servizio” alla parrocchia di santa Rita a Torbellamonaca, in borgata…
Alla fine del 1977, cacciato da santa Rita, fui spedito dal nuovo provinciale, padre Feliziano Vitali, a badare ai seminaristi a san Nicola di Tolentino e intanto preparavo la tesi. Pian piano, cominciai a lavorare con i giovani di Tolentino fino a costituire una comunità.. ma anche da lì fui cacciato, nel 1979..
1979-1981: Di nuovo a Bologna, ammalato di ansia (non riconosciuta), che volevo uscire da un Ordine che non mi interessava più e non condivideva quasi niente della passione che mi bruciava dentro, chiuso a “pensare” a scrivere sull’obbedienza..
Ma anche lì il Signore mi seguiva (almeno credo): esperienza di amicizia e di conoscenza nei viaggi internazionali con le anziane di fra Ermanno, la mia nuova mamma, Liliana, il lavoro alla Pia Unione, la tesi di laurea…

1981: la svolta religiosa. padre Vitali mi propone di succedere a padre Giovanni Pistolesi come parroco di san Giuseppe al Porto a Fano. dal 1981 (9 novembre) al 3 ottobre 1985 una esperienza intensissima di parroco, tra ansie terribili, l’assistenza amorosa di Viarda (la mia futura moglie), la ricchezza di confronti, dibattiti, iniziative, servizi, sogni… una comunità cristiana locale, finalmente.. Ma l’ansia avanzava, e scivolai lentamente in un amore umano profondissimo…

1985: la svolta di vita. Lascio tutto. Lascio anche tutti i farmaci e le pillole. Mi rimbocco le maniche. Cerco un lavoro. Sarnano, poi Bologna (ospite della Liliana), poi Modena, alla IDIPI di Giovanni De Prato. Proposta di diventare programmatore. lavoro 18 ore al giorno. Matrimonio “di coscienza” con Viarda. Concepimento di Costanza. 16 marzo 1986: matrimonio in comune a Modena. Quanti eventi…

Il 1 giugno 1986, la svolta professionale: programmatore alla Lagostekne di Senigallia, azienda di cui è socio lo zio della Viarda, Giorgio detto “Cicello”. Da allora fino al 2001 ho lavorato ore infinite per tentare di sopravvivere, prima come dipendente, poi come socio della “Lagostekne Computers” poi come consulente da solo, alla lemon di Montelupone, poi la Charly Soft e l’arrivo di Marco Censori, mio nipo, il 27 settembre 1995 a diventare il mio braccio destro.
I linguaggi si susseguono ai linguaggi, anni di grande ricerca travagliata del “programma definitivo”: DOS, UNIX, Windows, Gw-Basic, Acucobol, Visual Basic…

Il 1 aprile 2001 si cambia ancora: dalla Charly Soft alla Meta informatica con gli attuali soci, l’attuale lavoro…

Intanto, sul versante della fede e dell’impegno nella Chiesa, dopo una prima pausa per la troppa mole di lavoro e per il “dovermi sistemare”, riparto cercando una comunità cristiana che mi accogliesse per poter lavorare secondo i miei i deali e sogni, rimasti sempre uguali. Due giorni all’anno lavoro anche al mio famoso Indice di sant’Agostino e al libro sulle frasi più belle sempre di Agostino. Poi il Signore apre vasti campi di lavoro (misti sempre a grandi difficoltà): l’impegno in comunità parrocchiale al Porto, poi a Rosciano, poi qualcosa a Centinarola. E quindi la nascita del samaritano e il lavoro di solidarietà, specialmente con i ROM, e poi le esperienze culturali del Laboratorio e del Diogene..

La famiglia intanto è cresciuta, di numero e di anni. Costanza è nata nel 1986, Olivia nel 1987 e Clarice nel 1990. Ora sono sempre più grandi e sempre più prese dalle loro strade..

Il resto è vita di oggi..